PASSIONE COSTA AZZURRA

14 settembre 2020
Tra pochi giorni a Vinovo andrà in pista la 57esima edizione del Gran Premio Costa Azzurra, da sempre il fiore all’occhiello dell’ippodromo torinese, quella che era capace di attirare l’attenzione anche dei non appassionati. Non è una novità che il pubblico nel tempo si è allontanato dalle nostre tribune, ma per il Costa Azzurra c’è stata sempre l’eccezione. Collocata negli anni all’inizio della primavera, quest’anno cambia stagione ma non l’importanza, anzi, quella che andremo a vivere tra qualche giorno, sarà un’edizione straordinaria, con il meglio dei Campioni in pista.
La prima edizione risale al 1963, e la vinse Firestar, un allievo di Gioacchino Ossani, al tempo chilometrico di 1.17.4 (ora con un tempo simile non si vincono neanche le corse a reclamare) e la dotazione totale era di 5 milioni di lire, oggi 220.000€.
Non sono tanti i cavalli ed i driver torinesi ad avere inciso il proprio nome nell’Albo d’Oro della prestigiosa corsa. Il primo che scorriamo è Waymaker nel 1977, con Giovanni Ceccato, cavallo della famiglia Chiola.
Negli anni a seguire il dominio fu tutto di Ideal Du Gazeau e The Last Hurrà, che ai tempi dominavano le piste, ma nel 1983 dovettero fare i conti con un certo Ghenderò, portacolori della famiglia Zublena, con in sulky Pino Rossi, nella sua unica edizione vinta, ma con vari secondi posti, compreso il posto d’onore dell’anno prima, con un finale bellissimo si aggiudicò il premio tenendo testa proprio a Ideal Du Gazeau, vincitore per due anni fila nell’80 e nel 81, e Song Dance Man.
Il nome della famiglia Guzzinati, appare più volte nell’Albo. Giuseppe Guzzinati lo vinse dapprima con Esotico Prad, nell’87 con i colori della Blue Light e ed in seguito con Columist nel 93 per i colori della Cavallino Marino, lasciando in entrambe le volte il fratello Vittorio alle sue spalle, che per chi li conosceva erano un libro aperto i loro “litigi” spassosi nel dopo corsa. Andrea, figlio di Giuseppe, si portò a casa l’ambita corsa, con uno straordinario Uniforz, nel 2001 colori della Gianita Frar.
Indimenticabile l’edizione di La Dany Bar, allieva di Marco Smorgon, di proprietà di Luigi e Daniela Truccone, in una premiazione gioiosissima con tutta la famiglia presente, compresa la signora Anna, nell’ultima volta che la vedemmo in ippodromo. In nome di questa famiglia riappare nel Costa Azzurra, come allevatori di Napoleon Bar, pupillo della famiglia Stecca che insieme a Pascià Lest, detengono ancora oggi il record della corsa di 1.11.3
Al secondo posto alle spalle di La Dany Bar, arrivava Livenza, della storica scuderia Louisiana con Santo Mollo in sulky, un driver che nell’ultimo decennio è l’unico driver locale ad andare in pista a prendersi gli applausi del pubblico, dapprima con Pace Del Rio, anno 2015, colori della signora Maria Gabriella Cavallero, moglie del signor Monticone, nonchè anche allevatori del figlio di Varenne, che mai partecipò alla corsa, e l’altra con la femmina della Sant’Eusebio, Tamurè Roc, nel 2018.

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