ALLORA E' VERO: LA FAVOLA

TROFAL STARS E' PROPRIO FINITA

12 settembre 2013
Quella di Valter Ferrero non è stata una sparata: il suo infinito e coloratissimo disagio, espresso in questo spazio informativo, due giorni fa ha trovato riscontro operativo mercoledì sera nella riunione generale di tutti i soci ed aggregati della scuderia Trofal Stars: 16 persone più 3 deleghe.
Sul tavolo della discussioni la proposta semplice e triste al tempo stesso di "considerare chiusa la favola di quest'azienda che in 10 anni di attività ha fatto storia, ha suscitato stupore ed è stata un vero e proprio kolossal imprenditoriale".
La Trofal Stars, nata da un gruppo di amici che frequentano lo stesso bar nell'animosa Trofarello, ha infatti prodotto nello spazio di 2 lustri un fatturato globale di 4 milioni e mezzo di euro, ha vinto 23 gran premi, ha centrato 7 gruppi 1 e messo in opera 3 stalloni. Sostenuta dalla perizia di un fine dicitore come Valter Ferrero che ha scolpito e coccolato giorno dopo giorno "la favola per tutti", dando spazio con quote micro e macro a chi fosse solo ed esclusivamente mosso dal motore primario dell'ippica, la passione. La Trofal Stars è diventata un modello operativo che ha fatto strada e notizia. Sul suo modo vivere e di credere sono stati scritti persino 3 libri e le sue orme sono sconfinate sui quotidiani politici, sulle riviste trendy, persino sui periodici di economia.
Ma il disagio di questi giorni, l'ippica che non ha senso e che si muove in modo incomprensibile, ha bruciato energie, risorse e disponibilità nel credere, che tutto sommato, si può ancora sognare. E dunque, la Trofal Stars, chiude con garbo.
E qui parla Valter Ferrero: "Usciamo di scena consapevoli che tutte le storie hanno un inizio ed una fine, qui siamo realmente alla fine perchè non esistono più i presupposti per mantenere quella tendenza, l'intensità di quella favola. E' stato bello, mi permetto di dire, è stato molto bello: non ci siamo arricchiti e non siamo diventati poveri, ma oggi non è più come ieri".
E dunque, il voto unanime di tutti i soci è stato quello di mettere l'ultima firma, sul documento che chiude in modo definitivo questo regal cammino di emozioni.
Di mezzo, varrà la pena di ricordare, ci sono i premi che non arrivano e il Derby a mano destra, ma c'è molto di più, un'ippica che chiunque non riconosce più, figurarsi gli operatori.
"In un momento come questo - ci tiene a sottolineare Ferrero - devo dire grazie ad un amico, come Marco Smorgon che grazie alla sua disponibilità ha consentito a quest'azienda di proseguire il suo cammino, sino ad oggi. Se non ci fosse stato questo tipo di uomo, la Trofal avrebbe chiuso a fine 2012".
Ed ora la parte più dolorosa, la cessione dei cavalli. In tutto 24 trottatori, tra anziani e puledri.
Rotary Ok è destinato a confluire nella scuderia di Enzo Giordano: "Posso sin d'ora anticipare che la prossima corsa Rotary la disputerà con i colori della Varenne Futurity", spiega Ferrero.
Per Ruty Grif ci sono tre offerte e la sensazione è che il suo futuro possa essere campano. Martina Grif? "Lei non si muove, lei è mia al 100%".
La figlia di Giulia Grif, Reine du Zack è già stata reclamata dalla signora Luisa, che per Giulia ha sempre avuto un affetto filiale e che "non poteva pensare che la figlia della sua prediletta potesse finire da un'altra parte".
Per gli altri si vedrà. Libeccio Grif, atleta e stallone, dovrà essere ragionato: appartiene al 40% alla Trofal, 40% a Smorgon e 20% alla Varenne Forever. Il problema reale può essere costituito dalle esse, tante non tutte ancora affermate. Si vedrà.
Valter Ferrero, resta in ogni caso nel mondo dell'ippica: è un allevatore (il brand Zack) ed è vicepresidente degli allevatori, due posizioni che difende. Ha però chiuso il suo personalissimo romanzo. E tutto sommato oggi sta meglio di ieri, quando la sofferenza per questa decisione immersa nel razionale a danno del passionale, lo aveva reso schiumante di rabbia. Oggi resta il rammarico, dominato dai buoni propositi di una resa intelligente, pilotata. Potrebbe essere un segno per ripartire: chissà.
Mario Bruno

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