CARA UNIRE, SENZA TORINO
A VINCENNES SOLO BRUSCOLINI....
31 gennaio 2011Il commissario dell'UNIRE promuove Pisa a ippodromo di riferimento, spiegando che "questa è l'ippica che vogliamo", cioè l'ippica che l'UNIRE vuole. E Torino resta attonita: sarebbe una sorta di complimento di rimbalzo, visto che la pista torinese produce eventi di ogni tipo, ha allargato il proprio orizzonte a proiezioni sociali e culturali con evidente coinvolgimento (per gli amanti della statistica + 15% negli accessi, storia del 2010) di un pubblico sempre più consapevole che a Vinovo si trovano cavalli e tanto companatico.
In sintesi le parole sembrerebbero proprio "cucite addosso" a Pisa ed a Vinovo, se non ci fossero di mezzo le 12 giornate in meno che l'UNIRE ha rifilato al presidio piemontese. Presidio, parola mai così affermata e conclamata: perchè da queste parti, storia di Torino e dintorni, c'è un trotto vero, che sa dire la sua.
Parole? No, fatti!
E' sufficiente leggere in modo analitico l'ultimo week end di Parigi, legato al Grand Prix d'Amèrique, per spiegare con i fatti che senza la proposta torinese l'ippica italiana avrebbe raccolto molto, molto di meno.
Si parte dalla presenza di Lana del Rio nell'Amèrique, in rottura dopo 1000 metri quando, però, era seconda e in ogni caso già vincitrice 15 giorni fa a Vincennes. E poi ecco le 4 vittorie ottenute da giovedì a domenica sulla pista più importante d'Europa: e guarda caso, 3 sono di Torino:, Mirror Grif, Oropuro Bar e Mirage du Louvre. Quattro vittorie con 3 successi di guidatori torinesi, due volte Smorgon ed una Andrea Guzzinati.
E ancora, l'esemplare prestazione dell'allevamento Bar di casa Truccone: con il successo di Oropuro Bar ed i secondi posti di Napoleone Bar e Ombretta Bar, nelle mani di Enrico Bellei. Ai quali va aggiunto l'ottavo posto di Non Solo Bar.
Bruscolini? No, certezza, garanzia, sostanza.
Allora, si scopre che Torino è splendida nei contenuti architettonici, nella propria architrave operativa, pista da esempio nazionale, e poi si scopre pure che il suo allevamento ed i suoi interpreti sono assolutamente in linea con il meglio di Europa.
Però si taglia brutalmente la possibilità di operare sul territorio, cancellando 12 riunioni su 77, destabilizzando un intero sistema operativo, frantumandone le possibilità imprenditoriali.
E allora, UNIRE, che senso ha parlare bene e razzolare male?
Il guaio, serio, è che in questo modo non si colpisce soltanto Torino, ma tutta l'ippica italiana. Auguriamoci che gli squilli di Parigi, almeno questi, restituiscano improvvisamente rispetto ad un progetto operativo devastato da una lettura capitale che umilia chi ha voglia di mettercela tutta. E Torino, questa voglia, ce l'ha tutta.
m.b.
In sintesi le parole sembrerebbero proprio "cucite addosso" a Pisa ed a Vinovo, se non ci fossero di mezzo le 12 giornate in meno che l'UNIRE ha rifilato al presidio piemontese. Presidio, parola mai così affermata e conclamata: perchè da queste parti, storia di Torino e dintorni, c'è un trotto vero, che sa dire la sua.
Parole? No, fatti!
E' sufficiente leggere in modo analitico l'ultimo week end di Parigi, legato al Grand Prix d'Amèrique, per spiegare con i fatti che senza la proposta torinese l'ippica italiana avrebbe raccolto molto, molto di meno.
Si parte dalla presenza di Lana del Rio nell'Amèrique, in rottura dopo 1000 metri quando, però, era seconda e in ogni caso già vincitrice 15 giorni fa a Vincennes. E poi ecco le 4 vittorie ottenute da giovedì a domenica sulla pista più importante d'Europa: e guarda caso, 3 sono di Torino:, Mirror Grif, Oropuro Bar e Mirage du Louvre. Quattro vittorie con 3 successi di guidatori torinesi, due volte Smorgon ed una Andrea Guzzinati.
E ancora, l'esemplare prestazione dell'allevamento Bar di casa Truccone: con il successo di Oropuro Bar ed i secondi posti di Napoleone Bar e Ombretta Bar, nelle mani di Enrico Bellei. Ai quali va aggiunto l'ottavo posto di Non Solo Bar.
Bruscolini? No, certezza, garanzia, sostanza.
Allora, si scopre che Torino è splendida nei contenuti architettonici, nella propria architrave operativa, pista da esempio nazionale, e poi si scopre pure che il suo allevamento ed i suoi interpreti sono assolutamente in linea con il meglio di Europa.
Però si taglia brutalmente la possibilità di operare sul territorio, cancellando 12 riunioni su 77, destabilizzando un intero sistema operativo, frantumandone le possibilità imprenditoriali.
E allora, UNIRE, che senso ha parlare bene e razzolare male?
Il guaio, serio, è che in questo modo non si colpisce soltanto Torino, ma tutta l'ippica italiana. Auguriamoci che gli squilli di Parigi, almeno questi, restituiscano improvvisamente rispetto ad un progetto operativo devastato da una lettura capitale che umilia chi ha voglia di mettercela tutta. E Torino, questa voglia, ce l'ha tutta.
m.b.