DERBY A MANO DESTRA
SMORGON VUOL DIRE LA SUA
10 settembre 2013Derby del trotto a mano destra, a Roma, l'8 dicembre. Almeno così pare.
Marco Smorgon vuol dire la sua, a difesa dei propri interessi, ma anche e soprattutto di un intero sistema: "Ho sei cavalli che potrebbero correre il Nastro Azzurro. Ci tengo a sottolinearlo, potrebbero. Soggetti che sono stati educati in un certo modo, che hanno imparato a dialogare con un intero apparato professionistico per arrivare ad un risultato sportivo ed imprenditoriale seguendo un percorso preciso, fatto di minimi e decisivi dettagli, tempo, pazienza, continuità, ripetitività e rispetto. Tutte queste cose contribuiscono alla costruzione di un cavallo da corsa. Grazie alla perizia dell'uomo. Ma ora, nel momento della prova di maggiore importanza della vita di un atleta a quattro zampe,e pure del proprietario che ha sin qui sostenuto quel tipo di impresa, tutto quanto è stato proposto non conta più perchè si cambiano le regole del gioco. Si decide di disputare il Derby su una pista ignota, mai testata, non assemblata, non stabilizzata dal tempo e dalle risposte che ogni professionista riceve da essa, calcandola. E come se non bastasse, si corre a mano destra, imponendo ai cavalli un percorso inedito, il che significa una scuola di pensiero mai vissuta. Simile decisione andava ragionata con i protagonisti, con chi fa di questo mestiere un'opera da rispettare. Siamo ancora in tempo per parlarne collettivamente".
Marco Smorgon vuol dire la sua, a difesa dei propri interessi, ma anche e soprattutto di un intero sistema: "Ho sei cavalli che potrebbero correre il Nastro Azzurro. Ci tengo a sottolinearlo, potrebbero. Soggetti che sono stati educati in un certo modo, che hanno imparato a dialogare con un intero apparato professionistico per arrivare ad un risultato sportivo ed imprenditoriale seguendo un percorso preciso, fatto di minimi e decisivi dettagli, tempo, pazienza, continuità, ripetitività e rispetto. Tutte queste cose contribuiscono alla costruzione di un cavallo da corsa. Grazie alla perizia dell'uomo. Ma ora, nel momento della prova di maggiore importanza della vita di un atleta a quattro zampe,e pure del proprietario che ha sin qui sostenuto quel tipo di impresa, tutto quanto è stato proposto non conta più perchè si cambiano le regole del gioco. Si decide di disputare il Derby su una pista ignota, mai testata, non assemblata, non stabilizzata dal tempo e dalle risposte che ogni professionista riceve da essa, calcandola. E come se non bastasse, si corre a mano destra, imponendo ai cavalli un percorso inedito, il che significa una scuola di pensiero mai vissuta. Simile decisione andava ragionata con i protagonisti, con chi fa di questo mestiere un'opera da rispettare. Siamo ancora in tempo per parlarne collettivamente".