MELZI SULLE BARRICATE

A DIFESA DI TORINO

18 dicembre 2013
L'appuntamento tradizionale del "Buon Natale" rivolto a tutte le categorie dell'ippodromo di Vinovo si traduce, di fatto, in una sorta di grido di guerra alla difesa della roccaforte.
Di quel "Torino Castle" che ha ereditato il compito non facile di mantenere alto e qualificato il trotto del Nord Ovest, accorpando l'importante rimbalzo di Milano e le difese del territorio padano. Ma la montagna sembra una sorta di forma di grana dove i topolini rosicchiano alla radice la corteccia. E così Guido Melzi d'Eril, l'amministratore delegato di HippoGroup Torinese, batte i pugni sul tavolo: "Innanzi tutto con chi ha firmato il documento per tentare di consolidare l'attività di Albenga a danno della nostra, sfilacciando il nostro sforzo. L'intervento di Salvatore Carro lo considero almeno infelice."
E poi c'è la rabbia che affiora per quel calendario semiclandestino 2014 che circola tra le mani di quelli che presumono di sapere e che darebbe il Gran Premio ENCAT a Firenze, ENCAT appartenenza milanese, ricordiamo: "Una pista mediocre per un gran premio di quel peso e soprattutto un intervento infelice da parte di Cesare Meli nei confronti del quale nutro sentimenti di disistima."
E' un fiume schiumante di rabbia, Melzi: "E dire che il 2013 è stato per Torino importante, con 90 giornate di corse. E con volume di premi a traguardo spesso così. Mi aspettavo di trovare un clima piemontese costituito da persone bendisposte, vista la crisi, di fronte a tanto appannaggio ed invece non è andata così. Prendo atto che molti si sono arresi contro logica anche se abbiamo distribuito il doppio del 2012 in materia di denaro. Mi hanno sorpreso gli allevatori che una volta erano indistruttibili e che invece sono diventati volatili, rendendo fatalmente complesso il futuro. Ciò che dimostra quanto sia difficile ragionare oltre la punta del proprio naso. La cosa che mi ha veramente ferito è la mancanza di reazione nei confronti dell'operato di Albenga che presume di togliere attività a Torino. Sono stufo di fare da solo il paladino di questa città ed è doveroso che io abbandoni il mio buonismo. Chiedo rispetto per questa società che paga puntualmente gli stipendi, a fine mese, pur avendo un solo cliente di cui non ha precisa idea se si comporterà con la stessa qualità comportamentale, per essere pratici se pagherà il dovuto. Da tre anni a questa parte, questa società vive facendo i salti mortali ed ognuno di voi deve dare un contributo per frenare questo versamento di errori".
Un Melzi proprio contrariato: “Siamo al 18 dicembre e non sappiamo cosa andremo a vivere, quale sarà il calendario del domani. E' un momento che vivo con sincero disagio anche perchè pur essendo presidente della Federippodromi non condivido la posizione dei miei associati, per questo dico: dobbiamo farci sentire, farci rispettare, Torino ha pieno diritto di ottenere lo stesso tipo di attenzione riservata - uso le parole del ministro - per il criterio tecnico e territoriale che ha portato il Derby da Roma a Napoli".

Salvatore Di Lorenzo, rappresentante dei guidatori - ma in platea ci sono tutti gli operatori, guidatori, proprietari, gentlemen ed il direttore generale di HippoGroup Torino, rag. Boccardo, con una folta rappresentanza dei dipendenti di HippoGroup Torinese - condivide la levata di scudi, la costituzione di un piano di difesa al quale aderisce con pari entusiasmo Marino Lovera.
Torino, cioè, decide concretamente, di difendersi in modo coeso e costruttivo. Le parole di Melzi fanno da collante. E insomma, una volta tanto, la riunione degli auguri con tanti dubbi si conclude con la certezza che qui si continua a correre ed a programmare ippica, perchè Melzi non molla e perchè al proprio fianco trova tuttora un solido esercito di persone che credono come lui in quest'avventura.
Pensiero talmente strutturato che del centro di allenamento non si parla. Ma l'importante ora, è che venga alla luce un calendario degno della piazza e di Milano aggiunta e che insomma "Torino Castle" mantenga i pennoni.
Mario Bruno

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