SMORGON DELLE MERAVIGLIE

VINCE ANCHE IL LOTTERIA CON LIBECCIO GRIF!

8 maggio 2011
E' stata la settimana più travolgente della storia di Marco Smorgon, il guidatore senza macchia e senza paura, il driver che guida e interpreta le cose e le corse in modo semplicemente diverso, andando all'assalto come un guerriero di tutto ciò che lo contorna. Lunedì il re di Givoletto ha vinto a Vincennes con Martina Grif, martedì è andato a colpire a Bologna con Nefertite del Rio, sabato è tornato a Vincennes per rivincere con Otto Brooke Bar ed infine in questa storica domenica 8 maggio ha vinto il Lotteria di Agnano, pilotando con un travolgente finale il cavallo più classico che ha in scuderia, Libeccio Grif, un re potenziale tradito da un grave incidente ma recuperato nel tempo con pazienza e sagacia.
L'ultimo ritocco nell'inverno scorso, liberando la gola da un'appendice che impediva il perfetto accesso dell'aria. E con i polmoni finalmente carichi di ossigeno, ecco che Libeccio è giunto a Napoli prepotente e devastante,
Nella batteria che lo vedeva impegnato con numero scomodo, il sei, sulle tracce di Lana del Rio, Libeccio ha fatto capire di essere clamorosamente preponderante, finendo secondo alla figlia di Varenne per la classica inezia, ma con sprint lungo e impressionante. I due cioè praticamente sulla stessa linea.
Ed in finale quell'acuto da bombardiere, Libeccio lo ha ripetuto, andando all'assalto di Italiano che era entrato al comando nella lunga retta d'arrivo partenopea. E qui Smorgon, che si era impossessato di una schiena comoda, quella di Lana del Rio seconda a sua volta in schiena a Italiano (dopo aver inutilmente tentato di andare al comando Santino Mollo aveva preso in mano portando Italiano ad assumersi il ruolo di fare la corsa) ha scelto la via breve, del percorso all'interno, buttandosi sulle tracce di Italiano per dominarlo a 50 metri dal palo.
Trionfo alla Smorgon, non per il classico pelino ma con il bastone in mano, tramortendo tutti i rivali e creando un vero e solco di potere tra lui e gli altri, perchè questo è Marco, il guerriero, che adora vincere in modo mortifero, tramortendo.
Uno Smorgon che conferma le sue infinite doti di personaggio vincente ma che conferma, se mai ce n'era bisogno, che Torino è nel dna del trotto italiano, rappresentandone una vena di inesauribile qualità.
Nella scia di Libeccio c'è l'allevamento di punta del trotto italiano, il Grifone, casa Grif, storia di Roberto Brischetto. E perchè nel cuore di Libeccio Grif c'è l'operosità di un gruppo che opera con spirito imprenditoriale, una sorta di multiproprietà di cavalli d'acciaio, la scuderia Trofal Stars, ennesimo esempio di cosa "sa fare" e di come sa vincere il trotto torinese.
Marco Smorgon nell'Olimpo degli Dei, commosso legittimamente, dominatore di quella classica che lui percorse per la prima volta come driver misurato di Enguerillero. Erano i tempi di casa Borini e Marco era magro e timido: è diventato grande, spesso e potente, l'uomo si è evoluto in modo dirompente, grande storia immersa nell'abilità di un uomo che ha ereditato dal padre i segreti del mondo dei cavalli e che ne ha saputo incrementare il percorso virtuoso, divenendo un vero e proprio esempio.
Se Torino applaude Libeccio Grif , Torino accarezza anche Lana del Rio rientrata a Napoli con la pretesa di essere la solita vamp e con la speranza di metabolizzare due incidenti di box, niente di grave, ma non si può correre " a stima" saltando evidentemente percorsi di beatificazione agonistica. Così Lana, dopo aver vinto la batteria, non è riuscita a ritrovare la solita freschezza nel partire nella finalissima: è stata respinta all'avvio, lei che è una fionda, ma in questa finale si è subito visto che non era così fresca e tonica come tutti speravano, così è rimasta al largo, Santino Mollo le ha trovato una posizione dalla quale poter sparare le ultime cartucce, ma in retta Lana è scivolata. E insomma, la regina ha dimostrato una cosa più che legittima: è semplicemente umana, e per certi assalti occorrerà riprendere il solito tran tran, perchè neanche le regine riescono a fare i miracoli.
mario bruno

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