Trotto nel Nord Ovest

In grave pericolo

20 gennaio 2014
Riceviamo da Enrico Tuci
Imprenditori Ippici Italiani


Mi preme sottolineare l'importanza di salvaguardare l'attività del Trotto nel Nord Ovest, attività oggi messa in grave disagio da un calendario di inizio 2014 che sta fortemente penalizzando questa area.
Il nostro settore vive ormai unicamente di Montepremi e quello destinato agli operatori delle regioni Piemonte e Lombardia ha sempre rappresentato una fetta molto importante (poco meno del 20%) ampliamente giustificata dalla elevatissima qualità dei Cavalli e delle Scuderie presenti sul territorio, dalla competenza degli operatori e dalla raccolta di gioco sul campo.
Ricordiamo che nel 2012 Torino e Milano insieme avevano effettuato 152 giornate.
Nel 2013 ne avrebbero dovute effettuare 144 ma un folle Decreto (assurdo e rivolto unicamente al "risparmio") ne ha fatte svolgere solo 96 con un Montepremi distribuito di 5.088.000 Euro al posto degli 8.442.000 Euro assegnati, per cui il comparto del territorio è stato penalizzato pesantemente, perdendo il 40% delle proprie risorse.
La causa di questa gravissima perdita è completamente avulsa dalla attività ippica, il proprietario dell'ippodromo di Milano Trotto, infatti, senza alcuna comprensibile motivazione e senza alcuna comunicazione, ha arbitrariamente ritenuto di lasciarlo chiuso.
Ma è giusto che l'attività delle corse venga tagliata se un ippodromo chiude?
Se lo Stadio di San Siro dovesse essere, per qualsiasi problema, inagibile, il Milan e l'Inter non giocherebbero le partite di campionato e perderebbero punti?
La perdita di 3,5 milioni di Montepremi ha significato l'azzeramento del valore dei cavalli, il crollo del mercato dei puledri e la fuga dei Proprietari, indignati anche dal cronico ritardo del pagamento dei Premi e dal dilagare della scorrettezza e dell'illegalità nell'ambiente.
La stessa problematica è stata vissuta a Roma e a Napoli dove fortunatamente il 2014 si presenta con tutt'altra prospettiva.
Allo stato attuale si corre il serio rischio che vengano assegnate 50 giornate a Torino e 35 a Milano e se questa non dovesse aprire (ipotesi tutta da verificare dal momento che finora sono solo chiacchiere) si correrebbero le giornate di Torino e si perderebbero tutte quelle milanesi.
Siamo molto preoccupati, non possiamo permetterci di uccidere l'ippica del Nord Italia e in questi giorni interverremo nuovamente sul Mipaaf con la speranza che venga risolta questa incresciosa situazione.

Di seguito la lettera inviata al Dott. Angeletti ed in copia al Sottosegretario Castiglione ed al Prof. Esposito:

Gentilissimo Dott. Angeletti,
desidero confermarLe la grande preoccupazione di tutti gli operatori del Trotto di Lombardia e Piemonte, questione che avremmo voluto affrontare durante l'appuntamento fissato per il 7 gennaio scorso (da Lei cancellato) e durante l'incontro del 9 gennaio (in cui è stato impossibile parlare minimamente di calendario).

Le esigenze di questo territorio che fa capo alle città di Milano e di Torino e che rappresenta l'eccellenza qualitativa del trotto italiano, sono quantificabili intorno alle 130 giornate (ne aveva 144 assegnate nel 2013!) ed inoltre è fondamentale offrire la certezza del regolare svolgimento di tutte queste giornate indipendentemente dalla eventuale riapertura della pista di Milano.
Se Milano non dovesse riaprire, tutte le giornate si dovrebbero svolgere a Torino che ha dichiarato la sua totale e irrevocabile disponibilità.

Questa richiesta è stata condivisa con i più autorevoli operatori del territorio, ormai consapevoli che diversamente sarà la morte definitiva del Trotto nel Nord Italia.
L'assegnazione ventilata di solo 5 giornate a febbraio, dopo la chiusura totale di gennaio, lascia intendere che codesto ufficio ha arbitrariamente deciso il destino del comparto locale e chiunque accolga questo vostro intendimento si prenderà le proprie responsabilità di fronte agli operatori.

La ringrazio infinitamente certo che Lei prenderà buona nota.
Enrico Tuci
Imprenditori Ippici Italiani
lunedì, 20 gennaio 2014

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