ANCHE GIUSEPPE MOSCUZZA

SPARA CONTRO AAMS

26 dicembre 2011
"Crosetto, economista prestato alla Difesa nel precedente governo, s’è finalmente impadronito del pallone a centro campo e ne ha detta una veramente decisiva in Tv, giorni fa. “Se in una famiglia mancano i soldi, il mutuo ti soffoca e la banca ti chiede di rientrare dei tuoi debiti, cosa fai? Mica ammazzi i figli per ridurre le spese, prendi il gioiello della nonna e lo vendi, prendi il superfluo, la seconda casa, la seconda macchina etc., e lo elimini.”
Talmente semplice, il concetto, da essere disarmante. Categorie ed ippodromi hanno capito che accettare il progetto del precedente governo, l’impudenza di Aams e gli aggiustamenti dell’Assi equivale ad uccidere il comparto e puntano finalmente i piedi. Inoltre l’Aams, giustamente apostrofata da Federippodromi che l’ha finalmente messa di fronte alle proprie responsabilità per la morte dell’ippica, dovrà anche render conto di un suo gigantesco fondo attuale per le spese di pubblicità ai suoi giochi, gestito incredibilmente senza che l’ippica beneficiasse neppure di un euro per la diffusione delle sue scommesse. Ti credo, direte, c’è poco da pubblicizzare di fronte allo scempio della doppia (tripla per le corse internazionali) totalizzazione, del quartè e del quintè così malconsigliati, dell’ineffabile V7 e delle corse virtuali: ma la prova dell’arma fumante usata contro i cavalli è l’assenza del benchè minimo spot in qualsivoglia spazio televisivo o murale della nostra moribonda famiglia. Una campagna pubblicitaria che invita a giocare con moderazione negli altri settori, e che, ironicamente, nel nostro caso andrebbe (ma non certo in queste condizioni) completamente ribaltata.
L’Assi, è l’enigmatico genitore di questa famiglia. Ha una Tv ma l’informazione sull’emergenza è limitata alla rassegna stampa mattutina, continua a proporre strategie per il prossimo anno, anche ben congegnate e in qualche modo legittime, ma non ha ancora capito che se ne esce solo rendendo alla politica quello che la politica non vuole più pagare. Unire Lab ha un costo elevato, l’Italia è stata spinta ad investire nel settore welfare equino puntando alla leadership europea: visti i risultati, non c’è più bisogno di un simile carrozzone occupato da fin troppe nomine politicizzate. Inoltre, chiudendolo ed affidandoci alle strutture delle Asl o ai laboratori (tutti iso) dei vari istituti ippici e zootecnici, si recupererebbe l’investimento immobiliare di Settimo Milanese da porre sul mercato, infine, lasciando libero il Palapanzironi e con esso la metà dei suoi occupanti verso altre amministrazioni pubbliche, cercando una piccola sede in periferia o riattivando Via Sommacampagna, i risparmi di famiglia consentirebbero una ben altra somma da destinare agli ippodromi (che pure debbono essere lasciati liberi di investire e non più pagati per non correre) e soprattutto al montepremi.
Ha proposito, come andiamo nel ramo Decreti attuativi? Tra una settimana l’Unire deve chiudere e l’Assi ne prenderà il posto, c’è la sensazione che la cosa verrà fatta succedere senza aver ben esaminato le conseguenze del buco nero in cui stiamo tutti per cadere, un ulteriore paradosso. Pazienza, verremo fuori pure da questa nuova bolletta da pagare. A tutto c’è rimedio, a patto che non si ammazzino i ragazzi"…
Grazie per lo spazio
Giuseppe Moscuzza

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