CATANIA SPIEGA AL CORRIERE

COSA PENSANO DI NOI I FEDERALES

7 febbraio 2013
Riportiamo il servizio proposto da www.gaet.it sull'intervista che Mario Catania ha concesso parlando, a cuore aperto, dell'ippica
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Il Ministro Mario Catania “uscente” in quanto impegnato nella campagne elettorale di un governo dimissionario, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe in un’intervista rilasciata a Mario Viggiani sul Corriere dello Sport.

Molto in sintesi le affermazioni più rilevanti:

Critica di brutto il Mef che avrebbe ritardato il pagamento dei 30 milioni chiedendo la chiusura del Bilanci all'Ex Assi..
Ma 30 milioni sono una parte anche esigua degli 8 mesi che Categorie e Ippodromi devono incassare dallo Stato e infatti sono costretti a una sopravvivenza ormai molto improbabile. Come si spiegè un ritardo così rilevante?

Il Ministro afferma che si è molto adoprato per strappare 250 milioni in bilancio con la legge di stabilità e soltanto 9 sono per le spese amministrative.
In quanto all’ormai grave e ridicolo ritardo delle riforme delle scommesse ippiche (toto unico Quintè e anche promozione e meno prelievo)

Si comincia a conoscere la verità:

Aams ma anche il Ministero delle Finanze ritengono l’ippica qualcosa d’ingombrante e che produce poco gioco e dunque la lasciano “crepare”, questo in sintesi ache se con parole diverse, il concetto di Mario Catania che insiste anche sul gestore unico, per isolare l’ippica dagli altri giochi assai più seguiti e graditi anche da chi gestisce i negozi di scommesse e le Agenzie.
L’ippica ha le sue responsabilità per lo scadimento dello spettacolo. E’ anche la scusa che da anni Aams avanza per non fare le riforme. Invece le Scommesse Sportive con il calcio al centro di colossali, universali scandali, ha prelievo ridotto come premio di produttività...

Il Ministro è contrario alla richiesta di fortissime lobby degli ippodromi che nel progetto Lega Ippica e con l’appoggio del Mef intendono trasformare gli ippodromi in casinò sul tipo deii racinos americani. Secondo Catania questo progetto in 10 anni porterà alla fine delle corse dei cavalli e allo sviluppo del gioco d’altro tipo negli ippodromi ormai deserti.

Infine l’ippica non potrà sperare in futuro di ricevere soldi dallo Stato e dunque dovrà camminare con le proprie gambe.
Ce ne siamo accorti e anche il Ministro ha contribuito con un anno “sabbatico” a ricordarcelo.
Un quadro che dovrebbe spingere il nostro comparto a “levare il disturbo” da Aams e affidarsi magari al più efficiente e ben disposto per l’ippica
PMU francese.

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