Cesare Meli intervento importante

Dal sito www.gaet.it

2 marzo 2012
Dal sito www.gaet.it

Riceviamo e pubblichiamo

Leggo che tanti, tutti, si chiedono che fine hanno fatto i 100.milioni (per la verità, 116.500), e avendo compiuto, coadiuvato da esperti, un’esatta ricognizione dell’accaduto, mi sono deciso a rendere nota la realtà, per dovere e rispetto innanzitutto verso tutti coloro che hanno scioperato per 40 giorni, con grande sacrificio e spirito di abnegazione.
La mia decisione è anche in funzione della possibilità di poter recuperare almeno parte della cifra spettante all’ippica italiana, e a questa ingiustamente negata.
Inoltre, principalmente, in funzione degli anni addivenire, nei quali la famosa Legge 185 continuerà a produrre i suoi effetti, con la relativa quantificazione economica e che mi auguro sia oggetto, stavolta, di particolare attenzione, affinchè non subisca lo sconcertante esito del 2012.
Prendo l’occasione per ringraziare l’Avv. Stefano Mattii, che per primo ha “sospettato” quello che poi di fatto è accaduto, e precisare che il mio mandato quale Sindaco Revisore di Unire è scaduto nel Maggio 2010 e che pertanto l’ultimo bilancio esaminato dal Collegio di cui facevo parte è quello relativo al 2009.
Innanzitutto un chiarimento:
Contrariamente a quanto tutti pensavamo, compreso politici e Unire, la Legge 185 2/2009 30bis non è mai scaduta, e ha prodotto i suoi effetti regolarmente per il 2012, e li produrrà, come risulta dal bilancio triennale dello Stato, per il 2013 e per il 2014. Per il 2012 la Legge, mediante la contabilizzazione derivante dal 4° e 5° comma, ha quantificato in Euro 157.Mln (arrotondato) l’ammontare che Aams ha rimesso alla Ragioneria Generale dello Stato, affinchè tramite il Mipaaf fosse rimesso a sua volta all’Unire, con destinazione a montepremi.
Si ritiene che nessuno degli addetti ai lavori fosse a conoscenza di questa disponibilità, vero è che alla presentazione del primo bilancio preventivo 2012 Unire a precisa domanda: “da dove provenivano i 40.Mln del Contributo dallo Stato?”, la risposta fu: “da residui che ha trovato al suo interno Mipaaf”, senza alcun riferimento alla Legge e alla sua efficacia.
Il saccheggio era già stato compiuto, con la totale assurda ignoranza, o peggio, assenza, di tutte le componenti dell’ippica italiana.
I 157.Mln arrivati alla Ragioneria, il Governo nel DPCM del 28/09/2011 indica l’importo complessivo dei tagli (riduzione di spesa) a cui devono provvedere i vari Ministeri all’interno dei loro bilanci: quelli riferiti al Mipaaf sono indicati in Euro 168,8 Mln per il 2012 – Euro 62,2 Mln per il 2013 e euro 81,4 Mln per il 2014 Il compito di identificare i capitoli di spesa sui quali imputare la riduzione è lasciato al Ministero, purchè venga raggiunto l’obiettivo richiesto.
La relazione della Corte dei Conti del 03/11/2011 rileva che lo stanziamento complessivo a favore del Mipaaf è stato ridotto del 13,5% . Rileva inoltre come il Mipaaf abbia deciso che la quasi totalità del taglio dovesse gravare sul capitolo di bilancio riservato alle spese di funzionamento dell’Unire (trasformato in Agenzia per lo sviluppo del settore ippico – Assi).
Dal bilancio semplificato dello Stato per l’esercizio 2012 pubblicato nel novembre 2011, lo stanziamento a favore di Unire/Assi risulta passato da 157.Mln a 40.Mln con un taglio di 117.Mln pari a circa il 75%. Sempre dal bilancio dello Stato risulterebbe il finanziamento a Unire per il 2013 pari a euro 110.Mln e per il 2014 pari a euro 91.Mln
La decisione del Mipaaf trova spiegazione in due soli riferimenti.
Uno tecnico: mancata programmazione tecnica dell’attività di Unire per il 2012, in carenza della necessaria approvazione del bilancio preventivo 2012 entro i termini di scadenza.
Uno politico: che esclude il rilievo strategico dell’attività Unire nell’ambito delle funzionalità istituzionali del Mipaaf e degli interessi che esso tutela, (nella scheda obiettivi allegata alle note integrative al bilancio 2012 Mipaaf il finanziamento Unire viene definito esplicitamente “non strategico”).
Difficilmente si potranno quantificare i danni causati da 40 giorni di astensione dalle corse, a tutte le componenti del settore (proprietari, allevatori, professionisti, ippodromi ecc). oltre naturalmente al danno erariale.
Se tutti noi fossimo stati a conoscenza della realtà dei fatti accaduti, o meglio, se tutti noi fossimo stati informati, prima che i fatti accadessero, tutto sarebbe stato più semplice, con minimi sacrifici e migliori risultati.
Basti pensare che la Legge riguarda sia Coni che Unire, e Coni, vigile e attento, ha incassato quanto prodotto a suo favore dalla Legge, inserendo l’importo derivante nel proprio bilancio preventivo 2012.
I motivi che hanno indotto il Mipaaf ad operare con la rappresentata metodologia, non si spiegano, o meglio, in stato di assenza delle parti, si presume abbia stabilito delle regole e dei principi sicuramente non condivisibili ma forse applicabili.
Sono così “spariti” i 116,5 Milioni che sarebbero dovuti arrivare a Unire.
Questa è l’esatta “brutta storia”, ma non è detto che si debba forzatamente ritenere conclusa. Alcune “storie” possono anche avere un lieto fine, e per questo tutti insieme dobbiamo fare appello a Unire perchè intervenga, anche pesantemente e legalmente, nel tentativo di recuperare almeno parte di quanto gli spetta e ci appartiene.
Sempre a seguito dell’acquisizione di pareri altamente qualificati, risulterebbe quanto segue:

La legge prevede una precisa destinazione (Unire) delle somme prodotte, e da nessuna parte cita l’obbligo del passaggio delle somme dal Mipaaf. Se questo principio fosse confermato, i 157.Mln non avrebbero dovuto essere soggetti al “trattamento” DPCM del settembre 2011, con la relativa riduzione di 117.Mln.
La scelta del Mipaaf di inserire il finanziamento Unire nelle spese modulabili, ritenendolo idoneo a ricevere (quasi unica voce del bilancio) il taglio imposto, appare discutibile e sicuramente parziale.
La legge indica la precedenza alle voci di spesa modulabili, ma è anche vero che il disegno di Legge di bilancio per il 2012 A.C. 4774 dispone: “per la realizzazione degli obiettivi indicati, i quali potranno essere raggiunti attraverso la riduzione sia delle spese rimodulabili che di quelle non rimodulabili”.
Premessa la volontà del Mipaaf di voler applicare il concetto di “equità e giustizia”, la norma sopra citata dispone che il Ministero dell’Economia può anche procedere ad accantonamenti nei bilanci degli anni successivi (2013 e 2014) per permettere il raggiungimento dell’obiettivo (riduzione).
Ultima, e più importante componente sicuramente disattesa, è che il Mipaaf non ha tenuto conto della destinazione finale del finanziamento prodotto dalla Legge 185, che è sì a favore di Unire, ma all’interno di essa specificatamente a “monte premi”.
Con questa certezza, le somme prodotte dalla Legge, avrebbero dovuto, devono, e dovranno, risultare anche nel bilancio del Mipaaf nelle spese non rimodulabili, con tutte le conseguenti risultanze.
A sostegno di questa tesi, è bene ricordare che l’Ente, nel passato, “obbligato” alla gestione straordinaria in dodicesimi per la mancata approvazione del bilancio dell’anno precedente, si pose il dubbio, sollecitato dal Collegio dei Revisori, se il monte premi, e quindi i relativi pagamenti a proprietari, allevatori, ecc. potessero rientrare nella amministrazione ordinaria. Il parere ricevuto (sicuramente agli atti) fu: “i premi al traguardo (monte premi) sono elemento vitale per l’alimentazione e la sopravvivenza dell’Unire e delle relative componenti, anche in funzione del danno erariale in caso venissero a mancare le corse dei cavalli”. Pertanto dovevano essere considerati elemento di ordinaria amministrazione. Per la medesima ragione, si può solo confermare che in qualunque bilancio sia inserito, il finanziamento così espresso, rientra nelle spese non rimodulabili.
Ho concluso la mia relazione e mi preme precisare che non è stato sotto la gestione dell’Ill.mo Ministro Catania che si è compiuto il danno, ma sotto quella del suo predecessore.
Dopo aver fatto appello a Unire, mi rivolgo all’attuale Ministro affinchè rifletta e, nelle sue possibilità, intervenga a favore dell’ippica, anche per compensare quanto è accaduto, che di fatto ha privato il mondo dei cavalli di una risorsa indiscutibilmente sua, e che poteva veramente essere l’ultima possibilità per effettuare un vero piano di sviluppo e di rilancio finanziato.
Tutto questo senza, come accade oggi, essere costretti a mendicare quotidianamente quanto indispensabile alla sopravvivenza del settore.
Mi auguro che quanto descritto sia compreso da tutte le componenti politiche, ippiche e categorie, in senso costruttivo e di prevenzione per il futuro.


Cesare Meli

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