GROSSO: "SENZA PROGRAMMA
SI PRENDONO QUESTE SVENTOLE"
4 novembre 2013Orsi Mangelli al tavolino del bar, chiacchierato, per capire i perchè di una doppia corsa, open e filly, che ha di fatto cambiato il volto ed i pensieri sulla generazione dei tre anni.
Perchè l'arrivo degli oriundi e di una straniera come Danae F Boko hanno silenziato le convinzioni nostrane
"Il tema è semplice - commenta Maurizio Grosso che a Torino ha ripresentato Rori Axe - e si legge programmazione. Con un programma delineato e con la consapevolezza della qualità del cavallo, pianifichi ogni intervento. Con le corse in Italia,oggi invece, ti muovi penosamente a vista, perchè il calendario è un optional, ti arriva addosso all'ultimo istante. E chi ne paga le conseguenze è quest'atleta a 4 zampe, perchè non è pensabile di programmare un evento di primaria grandezza in pochi giorni di attività. Ne consegue che con il carpe diem ti mangi ogni potenzialità, non fai qualità a danno della quantità. Porto l'esempio di Robert Bi, Rossella Ross e Rod Stewart: assommando le corse di tutti e tre si arriva comodamente al numero di gare che ha invece disputato Rotary Ok. Loro in condizione, freschi, noi sicuramente di meno. Per chiarezza, non è che dall'altra parte della frontiera ci sia un training diverso dal nostro, che i cavalli cioè lavorino di meno: vivono lo stesso tipo di impegno, con la sola differenza che è tutto sotto controllo, programmato e dunque pertanto puoi costruire un percorso di crescita, per averli al top nel momento che conta. Partendo da questo presupposto, dove ogni cosa dev'essere al suo posto, ritengo che Robert Bi non correrà il Derby ma andrà in Norvegia, perchè del Nastro Azzurro non si sanno ancora troppe cose. E l'ippica non è un fatto casuale, ma un laboratorio di impresa".
Perchè l'arrivo degli oriundi e di una straniera come Danae F Boko hanno silenziato le convinzioni nostrane
"Il tema è semplice - commenta Maurizio Grosso che a Torino ha ripresentato Rori Axe - e si legge programmazione. Con un programma delineato e con la consapevolezza della qualità del cavallo, pianifichi ogni intervento. Con le corse in Italia,oggi invece, ti muovi penosamente a vista, perchè il calendario è un optional, ti arriva addosso all'ultimo istante. E chi ne paga le conseguenze è quest'atleta a 4 zampe, perchè non è pensabile di programmare un evento di primaria grandezza in pochi giorni di attività. Ne consegue che con il carpe diem ti mangi ogni potenzialità, non fai qualità a danno della quantità. Porto l'esempio di Robert Bi, Rossella Ross e Rod Stewart: assommando le corse di tutti e tre si arriva comodamente al numero di gare che ha invece disputato Rotary Ok. Loro in condizione, freschi, noi sicuramente di meno. Per chiarezza, non è che dall'altra parte della frontiera ci sia un training diverso dal nostro, che i cavalli cioè lavorino di meno: vivono lo stesso tipo di impegno, con la sola differenza che è tutto sotto controllo, programmato e dunque pertanto puoi costruire un percorso di crescita, per averli al top nel momento che conta. Partendo da questo presupposto, dove ogni cosa dev'essere al suo posto, ritengo che Robert Bi non correrà il Derby ma andrà in Norvegia, perchè del Nastro Azzurro non si sanno ancora troppe cose. E l'ippica non è un fatto casuale, ma un laboratorio di impresa".