GUIDO MELZI D'ERIL SI DIMETTE

DA PRESIDENTE DI FEDERIPPODROMI

15 febbraio 2013
Momento non facile nella stanza dei bottoni dell'ippica: i pensieri sono tanti e non tutti coagulabili tra di loro. Così "per rispetto alle proprie idee, in alcuni casi non condivise" ecco un'uscita dal sistema molto importante. Guido Melzi d'Eril si dimette infatti dalla presidenza di Federippodromi.
Si tratta di uno stop misurato sul piano ideologico, ma nella sostanza nasce un vuoto di potere, e soprattutto di gestione, che fa male, in un momento come questo.
Non è in ogni caso un Melzi in gramaglie quello che fa un passo indietro. E difatti ha fatto recapitare al Ministro Catania - che in queste ore è impegnato in comizi elettorali in Piemonte - il seguente documento

"PROSPETTIVE DEL SISTEMA IPPICO NEL 2013"
I FATTI
VARRONE: una vergogna. E' entrato in casa nostra senza presentarsi ed è uscito senza salutare. Con i bilanci ha fatto quello che gli è parso e piaciuto. Tanto è vero che quelli del 2010 e 2011 sono arrivati 10 giorni fa. Ora pretendiamo una promessa formale e cioè di avere copia al più presto assieme al bilancino 14 a gosto-31 dicembre, per evitare di dover fare l'accesso agli atti. Mai visto Varrone in un ippodromo e mai ricevuto nessuno di noi: un'umiliazione gratuita.
RUFFO: bugie su bugie a partire dall'invarianza delle risorse sbandierata nell'autunno 2011 prima dello scippo di Romano e per finire con i 35 milioni fantasma dell'autunno 2012. Non ha applicato le norme e le leggi del nostro paese, consentendo a diversi soggetti di operare indisturbati fino alla chiusura di Napoli, Tordivalle, Firenze, ecc. Questi ippodromi hanno cessato l'attività per l'intervento dei Comuni o della Magistratura: lui non ha mosso un dito per difendere l'occupazione e il patrimonio ippico nazionale. E' meglio che ci lasci subito e che la credibilità dello Stato venga affidata a Carlo Tarlini C.G.I.L. o a Stefano Berardelli. Varrone e Ruffo avrebbero dovuto fermare l'attività il 14 agosto scorso, dire la verità, non consentire che si accumulassero altri debiti che pagheremo noi a meno che qualche Tribunale non condanni loro o il Ministero al ristoro dei danni subiti.
CATANIA:
E' chiaro che il percorso ASSI, Ministero e quant'altro, è frutto di una scelta politica per ora a noi incomprensibile, partorita dall'UDC (vedi Fales ecc ecc). Per noi nessun rispetto nè dei singoli nè tantomeno dei ruoli. Mai ricevuti se non con grande sussiego da Vaccari e Nuccio.
Lo sconcerto e la rabbia sono profondi e motivati e magari sarebbe interessante approfondire perchè me ne sono andato qualche anno fa a causa di pressioni indebite di personaggi attualmente in carico all'Autorità Giudiziaria. L'approccio del Ministro al problema ippico, mi permetto di dire che sarebbe stato plausibile anche se non accettabile da persone completamente fuori dalle dinamiche del settore ippico e Ministeriale. Noi oggi non possiamo nè vogliamo abbandonare nessuno, ma, viceversa, il decreto firmato da Lei e da Grilli condanna alla disoccupazione migliaia di persone e alle tavole degli italiani (non si potrebbe) migliaia di cavalli.
Abbiamo davanti tre anni di lacrime e di sangue causati da un mancato controllo dell'azione dei Commissari UNIRE, Assi dal 2010 al 2012 (Zucchelli, Marrone), ma dobbiamo formulare un progetto di riforma radicale delle scommesse e dei concessionari che ci consentano di ritornare autonomi come prima degli sciagurati provvedimenti legislativi del 2000.
E veniamo al fantomatico concessionario unico del quale mai sono stati illustrati contorni e compagni di viaggio. Nulla osta al concessionario unico purchè sia l'ippica stessa ad esserlo. Le risorse potrebbero raddoppiare automaticamente rendendo superfluo l'aiuto pubblico.
Una società di diritto privato potrebbe riunire ippodromi, proprietari, allevatori e diventare essa stessa concessionario unico. Un PMU in salsa italiana. Il piano proposto dal decreto sconta la rigidità dei vincoli propri della Pubblica Amministrazione, gli stessi sacrifici potrebbero essere mitigati dalle possibilità finanziarie dell'impresa privata. Vorremmo che fosse esplicitato che i sacrifici siano condivisi dagli operatori ma anche dal Ministero stesso e quindi:
a) affidamento del settore ippico ad un'Associazione privata e alla FISE - no profit
b) Impegno che il prossimo governo sostenga l'ippica con un finanziamento certo da affiancare ai proventi dalle scommesse fino ad arrivare come minimo ad un importo pari a quello stabilito per il 2013
c) riduzione delle spese ministeriali legate all'ippica del 50% tenuto conto che il settore si è purtroppo contratto in maniera significativa
d) impegno politico affinchè il concessionario unico sia identificato nella nuova federazione ippica. E' indispensabile che, in ogni caso, tutto ciò si svolga sotto l'egida dei Ministeri competenti: Finanze, MIPAAF e Sanità
e) istituzione di un tavolo di 4 persone più un Ministeriale indicate dal Ministero che debba formulare, sulla base delle linee guida già presentate nei 2 rami del Parlamento, quanto disposto dal decreto fiscale Riforma Ippica.

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