LA BIRRA ARTIGIANALE Q120

PER IL BRINDISI DI VARENNE

9 settembre 2013
Quindici settembre, operazione Varenne. "Bimbissimi’s" si occuperà non solo del divertimento organizzato dei bimbi, ma anche del brindisi speciale per i genitori. In questa chiave va visto l'ingresso special-one di una prestigiosa birra artigianale, Q 120, di San Damiano d'Asti che si collocherà nell'area riservata ai "bimbissimi".


La storia
Il birrificio Quota120 è la naturale conseguenza di un grande interesse e di una lunga esperienza nel campo delle fermentazioni industriali.
E’ il concretizzarsi di un forte desiderio di cambiamento e della necessità, quasi fisica, di creare qualcosa di proprio, in cui riversare energie e conoscenze.
Il primo approccio al progetto risale al 2008, quando con alcuni amici costruiamo un rudimentale impianto pilota con il fine di condurre le prime cotte sperimentali e valutare le problematiche connesse.
Quello che inizialmente è poco più di un gioco, si trasforma in una passione che coltivo nella speranza possa diventare un lavoro vero.
Ma questo desiderio è solo mio: con il passare del tempo il gruppo si sfalda e mi vedo costretto ad accantonare il sogno.
Dopo alcuni mesi la svolta decisiva: mio fratello Rocco si appassiona al progetto e a poco a poco il suo entusiasmo mi coinvolge nuovamente.
Con la sua consueta frenesia creativa mi sommerge di spunti e idee ed insieme alziamo la posta: aprire non solo un birrificio, ma anche un locale attiguo in cui proporre birra artigianale, buoni cibi locali e ottima musica dal vivo.
Tutto appare fantastico, ma per concretizzare il sogno manca una figura fondamentale: il mastro birraio .
A dare nuova energia alle nostre fantasie arriva Carlo l’Ingegnere, grande appassionato di birre artigianali.
Ci basta poco per capire che è la persona giusta : homebrewer consumato, bagaglio tecnico illimitato ed un carattere calmo ed apparentemente imperturbabile.
Da quel momento incominciamo a macinare preventivi e progetti, la nostra ambizione è produrre birra di qualità, frutto della nostra passione, delle nostre energie e della nostra competenza.
Compriamo l’impianto e affittiamo il locale che iniziamo subito a ristrutturare; per mesi siamo sommersi da polvere, calcinacci e da un’infinità di materiale da sistemare, ma alla fine i lavori terminano e nel Luglio del 2012 otteniamo la licenza per iniziare la produzione: il 20 luglio è il giorno della prima cotta, il 23 Agosto è il giorno in cui stappiamo la prima bottiglia.
L’ultima data è la più importante: è il giorno in cui vediamo che il nostro sogno non è più un miraggio, ma è diventato una solida realtà.


Ciclo produttivo
La produzione della birra inizia con la macinazione grossolana del malto.
La miscelazione con acqua calda consente l’estrazione della componente zuccherina presente nel malto e la sua trasformazione in zuccheri semplici a mezzo di enzimi presenti nelle cariossidi (fase di ammostamento).
Il processo prevede il riscaldamento della miscela acqua-malto secondo un profilo di temperatura che varia in funzione del tipo di malto utilizzato e/o del tipo di birra che si vuole ottenere.
Al termine dell’ammostamento il prodotto viene filtrato per allontanare la parte acquosa (il mosto contenente zuccheri fermentabili e proteine) dal residuo solido (le trebbie utilizzate come mangine).
Il mosto viene quindi trasferito in caldaia e riscaldato fino ad ebollizione.
In questa fase si ottiene la concentrazione delle sostanze zuccherine, la solubilizzazione delle sostanze amaricanti del luppolo, la precipitazione di sostanze proteiche e la sterilizzazione del mosto.
Al termine della fase di bollitura il mosto viene chiarificato (Whirpool), raffreddato ed inviato ai serbatoi di fermentazione dove viene inoculato con brodoculture di ceppi selezionati di Saccharomyces Cerevisiae.
Nella fermentazione le sostanze zuccherine presenti nel mosto vengono trasformate in alcool etilico e anidride carbonica.
La fermentazione inizia in modo tumultuoso e con rapida produzione di alcool ed anidride carbonica (fermentazione primaria della durata di circa 7/10 giorni e con produzione della cosiddetta “birra verde”).
Il progressivo esaurimento degli zuccheri rallenta l’attività dei lieviti e determina l’attivazione di vie metaboliche che portano alla sintesi delle sostanze responsabili dell’aroma e del corpo della birra (fermentazione secondaria).
In questa fase i lieviti tendono a sedimentare sul fondo del fermentatore con conseguente chiarificazione del prodotto.
Al termine di questa fase la birra risulta idonea al confezionamento e viene addizionata con zuccheri in modo che i lieviti ancora presenti generino naturalmente la desiderata quantità di anidride carbonica.
Dopo una fase di rifermentazione a 22-26 °C la birra posta a maturare in cella fredda.


Le nostre birre
Produciamo birre di alta fermentazione, di ispirazione belga ed inglese , senza addizione di conservanti o antiossidanti e con carbonatazione ottenuta per rifermentazione.

Utilizziamo solo gli ingredienti migliori perchè siamo conviti che la qualità delle materie prime sia condizione irrinunciabile per raggiungere l’eccellenza.

Per non alterare freschezza e qualità organolettiche non filtriamo o pastorizziamo i nostri prodotti che risultano quindi vivi ed in continua evoluzione.

Tutte le nostre birre sono disponibili nel formato da 50 cl e presto anche in fusti da 20 litri.





Materie prime



Malto

Il processo produttivo del malto prevede la bagnatura dei cereali per indurre la germinazione del seme e conseguentemente attivare il corredo enzimatico responsabile della disgregazione dell’amido.

Dopo 5-6 giorni,quando radichette e germoglio hanno iniziato a svilupparsi, i semi vengono essiccati per bloccarne la germinazione e quindi tostati per definirne le caratteristiche aromatiche e il colore.

Luppolo

Il luppolo (Humulus lupulus, famiglia delle Canabinaceae) è una pianta dioica, erbacea, perenne e rampicante di cui si utilizzano le infiorescenze femminili .

I fiori contengono resine e oli essenziali che hanno proprietà amaricanti, aromatizzanti, antibatteriche

Lievito
I lieviti sono microrganismi unicellulari responsabili della trasformazione degli zuccheri presenti nel mosto in etanolo e anidride carbonica.
Storicamente si distinguono lieviti di alta fermentazione (Saccharomyces cerevisiae con optimum di crescita fra 15 e 25°C) e lieviti di bassa fermentazione (Saccharomyces carlsbergensis con optimum di crescita fra 6 e 14°C)
Il termine anglosassone ale indica genericamente le birre di alta fermentazione mentre quello tedesco di lager comprende tutte le birre di bassa fermentazione.
Oltre il 90% della produzione mondiale di birra è rappresentato da birre di bassa fermentazione, la restante parte da ales ed in minima parte da birre a fermentazione spontanea (ad esempio le lambic belghe).

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