LEGA ITALIANA: I DIRITTI TV
UN RICAVO E NON UN COSTO
27 novembre 2012Il bando tv promosso da Assi è "inopportuno". Lo ribadiscono i promotori del progetto Lega Ippica Italiana, sottolineando come anche il Servizio Bilancio del Senato, nei giorni scorsi, ha espresso dubbi sulle forme di finanziamento del fondo per lo sviluppo del settore ippico e ha evidenziato che, “con riferimento alla possibilità di alimentazione del medesimo fondo annuale attraverso la gestione dei diritti televisivi sulle corse ippiche, si segnala che, durante l’esame del Ddl presso la Camera dei deputati, la Ragioneria Generale dello Stato ha avanzato perplessità in quanto verrebbe meno per l’erario l’eventuale gettito derivante da tale cessione”.
"Siamo convinti - spiegano dal Comitato promotore - che l’introito debba essere assegnato al comparto e non allo Stato ma, al di là di ciò, non c’è alcun dubbio che, stando alle parole pronunciate dal Servizio Bilancio del Senato, non si può proseguire con il sistema adottato fino ad oggi. I diritti televisivi non possono più rappresentare un costo per lo Stato (e quindi per l’ippica) ma, dalla cessione di tali diritti, come ogni sport, il settore deve trarre un profitto".
Per questo motivo ieri mattina alcuni allevatori hanno presentato un esposto-diffida all’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, al dirigente delegato Francesco Ruffo Della Scaletta Ruffo e al Mipaaf riguardo il bando TV a suo tempo promosso da Assi. "Il servizio offerto dalla tv dell’ippica - hanno concluso dal Comitato - sarà fondamentale per il rilancio, sia sotto l’aspetto sportivo che sotto l’aspetto promozionale e delle scommesse. Chi si assumerà l’onere di guidare la rinascita del settore non può permettersi di lavorare vincolato dalle condizioni previste dal bando in corso".
"Siamo convinti - spiegano dal Comitato promotore - che l’introito debba essere assegnato al comparto e non allo Stato ma, al di là di ciò, non c’è alcun dubbio che, stando alle parole pronunciate dal Servizio Bilancio del Senato, non si può proseguire con il sistema adottato fino ad oggi. I diritti televisivi non possono più rappresentare un costo per lo Stato (e quindi per l’ippica) ma, dalla cessione di tali diritti, come ogni sport, il settore deve trarre un profitto".
Per questo motivo ieri mattina alcuni allevatori hanno presentato un esposto-diffida all’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, al dirigente delegato Francesco Ruffo Della Scaletta Ruffo e al Mipaaf riguardo il bando TV a suo tempo promosso da Assi. "Il servizio offerto dalla tv dell’ippica - hanno concluso dal Comitato - sarà fondamentale per il rilancio, sia sotto l’aspetto sportivo che sotto l’aspetto promozionale e delle scommesse. Chi si assumerà l’onere di guidare la rinascita del settore non può permettersi di lavorare vincolato dalle condizioni previste dal bando in corso".