LIVIO CALORIO: UNA GIOIA

CHE MANCAVA DA ANNI

23 settembre 2013
"Volevo spostarmi al largo, in terza ruota, anche prima, poi mi sono detto, stai calmo che è presto. Così quando ho detto a Nuccio, andiamo, abbiamo fatto il vuoto". A raccontare la propria prodezza è il gentleman più gentleman di tutti, Livio Calorio, una famiglia di appassionati, dal fratello Aldo al figlio Lorenzo. Tutti imprenditori agricoli, un bel banco di prodotti della terra che arrivano da casa, nel Roero, ai mercati generali, un solido "ingrasso" per animali e poi l'infinita passione per i cavalli, sotto il marchio canonico del Pri e dell'Allevamento San Bernardo, fondato dal padre.
Ma, amore per le corse a parte, la famiglia Calorio ha ormai addosso il marchio doc di "brava gente che ama i cavalli e che non gli tira mai il collo", il che si traduce in una passione autentica. Ed il fatto che i "Pri" siano spesso, spessissimo, richiesti anche in questo minimercato, è tutto legato alla considerazione di fondo che con i loro soggetti, allevati con amore e ben curati e mai strizzati, si può pensare di fare meglio. Così Nuccio del Pri, proprio negli ultimi 7 giorni, è stato al centro di incessanti proposte di acquisto da parte di appassionati napoletani che stanno rimpolpando le scuderie in attesa del pronti-via del 28 settembre, ma Livio Calorio, pur accettando il cicaleccio della trattativa, ha sempre detto no. E la sua risposta concreta si è avuta in pista, domenica 22 settembre, con una chiara vittoria. ""Vittoria, parola nuova- riprende Livio - non vincevo da anni, dico cinque o sei anni fa, con Zalea Lb". Non per niente, tagliando il palo, Livio ha alzato il frustino al cielo, come si fa nei gran premi. E c'è anche il tono politico dell'allenatore Lorenzo: "Non ha senso che abbia pagato 11 a 1, se si considera che all'ultima uscita sono quarto sui 2600 metri, senza riuscire a correre". Grande storia, grande famiglia, i Calorio, dai.

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