SISTEMA GIOCO ITALIA E FEDERIPPODROMI

CHIEDONO AL GOVERNO DI SALVARE L'IPPICA

6 dicembre 2012
Quattordicimila lavoratori a rischio, che potrebbero arrivare a 50 mila se si considera l’indotto, 43 ippodromi e di conseguenza la sorte di migliaia di cavalli di razza impiegati nelle corse e spesso ospitati nelle stesse strutture degli ippodromi. Sistema Gioco Italia (la federazione che riunisce che le imprese del gioco in Confindustria) e Federippodromi lanciano l’allarme sulla situazione dell’ippica italiana e chiedono un atto concreto al Governo: saldare subito i debiti e rilanciare il settore approvando la proposta di legge sulla Lega Ippica Italiana in discussione in Parlamento. È quanto emerge nel corso della conferenza stampa organizzata a Roma da Sistema Gioco Italia, Federippodromi e rappresentanti degli allevatori.

Negli ultimi anni, specificano, le risorse disponibili si sono ridotte del 50% passando dai circa 400 milioni del 2006 - generati esclusivamente dal gettito delle scommesse ippiche che rendevano il settore completamente autosufficiente - ai 240 milioni previsti per il 2012. Quest’anno inoltre non è stato ancora erogato il fondo di 35 milioni di euro già approvata dalla legge 44 del 26 aprile 2012. Dopo la soppressione dell’Assi, inoltre, non è ancora arrivata una presa in carico delle responsabilità gestionali del settore sia per stimolare AAMS perchè riveda e rilanci il prodotto scommessa ippica sia per regolare il pagamento dei premi vinti dagli operatori e dei corrispettivi agli ippodromi per l’organizzazione delle corse, fermi al mese di maggio e senza precise assicurazioni sui tempi definitivi d’incasso.

In questo contesto Federippodromi e Sistema Gioco Italia chiedono un aumento temporaneo delle risorse erogate al settore per garantire la sopravvivenza nel breve periodo, ma soprattutto che la sua gestione sia affidata a imprenditori dell’ippica che siano sostenuti per un limitato periodo di temi con finanziamenti pubblici decrescenti, affinchè possano rilanciare l’ippica e puntare al ritorno della sua completa autosufficienza economica entrò il 2018.

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