TOMASO GRASSI A RADIOSNAI
"CREDO NELL'IPPICA ITALIANA"
21 agosto 2012Tomaso Grassi, presidente di HippoGroup ha rilasciato un'importante intervista a RadioSnai nel contesto della quale, oltre ad analizzare le problematiche del momento e del sistema, esprime ottimismo per il domani, attraverso lo strumento della Lega. L'intervista è stata riproposta su www.gaet.it da Vieri Berti e qui la riproduciamo.
"Ho molti anni ma combatto con grande vigore perchè so di combattere per una causa giusta e irrinunciabile” le parole con le quali si è conclusa l’intervista concessa a Radio Snai da Tomaso Grassi, uno dei promotori di Lega Ippica Italiana.
Molti gli argomenti toccati durante il colloquio con l’ingegnere, ad iniziare dalla storia del progetto di Lega Ippica, “nato come un emendamento al Decreto Fiscale 16 e poi come proposta di legge che, col passare del tempo, ha subìto molte modifiche; e tuttora non è la versione definitiva, perchè c’è ancora molto da lavorare e, in tal senso, sarà fondamentale il contributo di tutte le associazioni d categoria. La nostra forza è rappresentata dal fatto che, soppressa l’Assi, il cui tentativo, sia dal punto di vista economico che progettuale, è fallito, non esiste sul campo nessuna alternativa. L’unica salvezza, insomma, è il ritorno dell’ippica agli ippici, come chiede il progetto di Lega Ippica”.
Poi si è toccato il tema dei Racino’s, da molti temuti perchè visti come punto di partenza per fare degli ippodromi dei veri e propri casinò in cui, poi, l’attività ippica diventerebbe non secondaria ma del tutto marginale:
“Gli ippodromi che per primi hanno diversificato aprendo le loro porte ai giochi sono anche quelli che hanno lavorato meglio dal punto di vista dei servizi e dell’ospitalità per il pubblico. Ma mai abbandonando la loro attenzione verso lo scopo principale della loro esistenza, le corse dei cavalli. Insomma, i giochi rappresentano un’entrata in più che consente di lavorare meglio alle società e, nel progetto della Lega saranno anche l’occasione di offrire un montepremi migliore alle corse, visto che, da quei proventi, è previsto proprio uno storno di soldi da destinare a montepremi. In più, c’è la garanzia che il 50 % dei proventi della Lega Ippica devono per legge essere destinati a premio per le corse, quindi, se il problema si affronta in buona fede, si può tranquillamente dire che, in realtà, non esiste”.
Un altro tassello importante nello sviluppo del suo lavoro, Lega Ippica lo ha aggiunto con l’incontro avvenuto venerdì 17 con il senatore Mura: “È stato un confronto molto positivo, il senatore ha presentato una proposta di legge con tanti principi generali validi e del tutto compatibili con il nostro progetto che, se vogliamo, possiamo definirlo più operativo, un vero e proprio progetto per il rilancio del settore, con numeri, dati ben precisi e scadenze temporali per poter tornare all’autosufficienza economica. Con il contributo del senatore e di altri dobbiamo assolutamente trovare un’unificazione di intenti e l’approvazione di un progetto, che è la base per poter sperare di salvare l’ippica”.
Il fronte scommesse e il fronte promozione gli ultimi due temi: “L’Aams ha massacrato la scommessa ippica e l’Unire e l’Assi non l’hanno saputa difendere. Credo che, come le lobby dei gestori dei giochi hanno saputo lavorare in questi anni per aumentare il pay out delle loro scommesse dell’11%, così saprà fare la Lega per tutelare la scommessa ippica, perchè avrà una forza e una determinazione nel difendere i propri interessi di cui non possono essere dotati dei funzionari di Unire e Assi. Quanto alla promozione, è un altro punto fondamentale: possiamo fare tutto quello che vogliamo, anzi, dobbiamo farlo, e mi riferisco al prodotto corsa, alla giustizia sportiva, all’accoglienza del pubblico e quant’altro, ma in primis c’è la promozione. Noi siamo usciti dal costume degli italiani e solo una massiccia azione pubblicitaria, in cui si vedano gli ippodromi, la bellezza delle corse, il fascino del cavallo e l’emozione della scommessa, può farci tornare all’attenzione del grande pubblico. Per questo, abbiamo stanziato una cifra di quasi 70 milioni da investire negli anni che vanno dal 2013 al 2015”.
E tutto si conclude con un messaggio di ottimismo: “Io sono fiducioso, è impossibile che l’ippica possa morire in Italia. Non possiamo rinunciare, dobbiamo batterci fino in fondo e sono convinto che, alla fine, ce la faremo”.
"Ho molti anni ma combatto con grande vigore perchè so di combattere per una causa giusta e irrinunciabile” le parole con le quali si è conclusa l’intervista concessa a Radio Snai da Tomaso Grassi, uno dei promotori di Lega Ippica Italiana.
Molti gli argomenti toccati durante il colloquio con l’ingegnere, ad iniziare dalla storia del progetto di Lega Ippica, “nato come un emendamento al Decreto Fiscale 16 e poi come proposta di legge che, col passare del tempo, ha subìto molte modifiche; e tuttora non è la versione definitiva, perchè c’è ancora molto da lavorare e, in tal senso, sarà fondamentale il contributo di tutte le associazioni d categoria. La nostra forza è rappresentata dal fatto che, soppressa l’Assi, il cui tentativo, sia dal punto di vista economico che progettuale, è fallito, non esiste sul campo nessuna alternativa. L’unica salvezza, insomma, è il ritorno dell’ippica agli ippici, come chiede il progetto di Lega Ippica”.
Poi si è toccato il tema dei Racino’s, da molti temuti perchè visti come punto di partenza per fare degli ippodromi dei veri e propri casinò in cui, poi, l’attività ippica diventerebbe non secondaria ma del tutto marginale:
“Gli ippodromi che per primi hanno diversificato aprendo le loro porte ai giochi sono anche quelli che hanno lavorato meglio dal punto di vista dei servizi e dell’ospitalità per il pubblico. Ma mai abbandonando la loro attenzione verso lo scopo principale della loro esistenza, le corse dei cavalli. Insomma, i giochi rappresentano un’entrata in più che consente di lavorare meglio alle società e, nel progetto della Lega saranno anche l’occasione di offrire un montepremi migliore alle corse, visto che, da quei proventi, è previsto proprio uno storno di soldi da destinare a montepremi. In più, c’è la garanzia che il 50 % dei proventi della Lega Ippica devono per legge essere destinati a premio per le corse, quindi, se il problema si affronta in buona fede, si può tranquillamente dire che, in realtà, non esiste”.
Un altro tassello importante nello sviluppo del suo lavoro, Lega Ippica lo ha aggiunto con l’incontro avvenuto venerdì 17 con il senatore Mura: “È stato un confronto molto positivo, il senatore ha presentato una proposta di legge con tanti principi generali validi e del tutto compatibili con il nostro progetto che, se vogliamo, possiamo definirlo più operativo, un vero e proprio progetto per il rilancio del settore, con numeri, dati ben precisi e scadenze temporali per poter tornare all’autosufficienza economica. Con il contributo del senatore e di altri dobbiamo assolutamente trovare un’unificazione di intenti e l’approvazione di un progetto, che è la base per poter sperare di salvare l’ippica”.
Il fronte scommesse e il fronte promozione gli ultimi due temi: “L’Aams ha massacrato la scommessa ippica e l’Unire e l’Assi non l’hanno saputa difendere. Credo che, come le lobby dei gestori dei giochi hanno saputo lavorare in questi anni per aumentare il pay out delle loro scommesse dell’11%, così saprà fare la Lega per tutelare la scommessa ippica, perchè avrà una forza e una determinazione nel difendere i propri interessi di cui non possono essere dotati dei funzionari di Unire e Assi. Quanto alla promozione, è un altro punto fondamentale: possiamo fare tutto quello che vogliamo, anzi, dobbiamo farlo, e mi riferisco al prodotto corsa, alla giustizia sportiva, all’accoglienza del pubblico e quant’altro, ma in primis c’è la promozione. Noi siamo usciti dal costume degli italiani e solo una massiccia azione pubblicitaria, in cui si vedano gli ippodromi, la bellezza delle corse, il fascino del cavallo e l’emozione della scommessa, può farci tornare all’attenzione del grande pubblico. Per questo, abbiamo stanziato una cifra di quasi 70 milioni da investire negli anni che vanno dal 2013 al 2015”.
E tutto si conclude con un messaggio di ottimismo: “Io sono fiducioso, è impossibile che l’ippica possa morire in Italia. Non possiamo rinunciare, dobbiamo batterci fino in fondo e sono convinto che, alla fine, ce la faremo”.