UNA LETTERA DI GIOVANNI RUBINO
DIFENDE OROPURO E CHIEDE RISPETTO
29 ottobre 2012Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera dal Sig. Giovanni Rubino, titolare dell'omonima Scuderia.
Scrivo queste righe nella speranza che vengano valutate anche dalle persone che hanno letto l'articolo uscito su La Stampa a firma Alma Brunetto, del 25 ottobre scorso.
Si continua a scrivere di ippica solo ed esclusivamente se fa scandalo. Qui si è parlato di Oropuro Bar positivo per un antinfiammatorio. Innanzi tutto tengo a precisare che ci sono milioni di persone nel mondo a cui vengono fatte infiltrazioni e per questo non sono considerate dopate, e non c'è cavallo che nella sua carriera non abbia avuto un'infiltrazione a qualche nodello, o grassella o altro. Basta un giorno troppo vicino alla corsa per diventare positivi. L'antidoping è una delle cose che dovrebbero essere rivalutate per essere al passo con i tempi. In America non sarebbe successo. Oropuro Bar avrebbe vinto quella corsa - a cui si riferisce il controllo antidoping e di cui parla il giornale - anche con tre gambe. Proprietari, allenatore e guidatore sono persone serie che non meritano questa pubblicità. Sarebbe bene che i media, invece di occuparsi di ippica solo in caso di corse clandestine a Palermo o a Napoli (comunque deprecabili) o di un cavallo positivo all'antidoping, si occupassero dei cavalli anche nella situazione insostenibile che stiamo vivendo.
Per 4 mesi l'ippodromo di Torino resterà senza competizioni, con tutto quello che ne consegue. E' da maggio che i premi non vengono pagati, ora chi ha guadagnato meno di diecimila euro ha riscosso i premi di giugno, gli altri, chi ha vinto oltre questo tetto, attendono ancora i pagamenti e non si capisce il perchè!
Lo Stato ha incamerato percentuali dovute dei mesi di giugno-luglio-agosto-settembre e ottobre. Perchè non onora gli impegni presi? Sono anni che si parla di prelievi assolutamente troppo alti ed inadeguati sul gioco ippico, ma nessuno fa niente per porre rimedio. Si parla di Lega Ippica o Unione Ippica senza che si sappia qual è il destino dell'ippica, delle migliaia di famiglie che vivono di questo. Sarebbe bene che i media si decidessero a parlare di queste cose, a sensibilizzare l'opinione pubblica, a far sì che il pubblico veda l'ippica come una volta, l'ippodromo un luogo di relax per passare un pomeriggio o una serata in allegria, guardando le corse dei cavalli, giocando qualche euro, con i bambini a giocare negli spazi a loro riservati. I premi che piano piano sono diventati da "terzo mondo" devono ritornare ad essere una risorsa che permetta alle scuderie di sopravvivere. Se si vuole uccidere tutto, questa è la strada giusta. Anche un incallito incosciente come il sottoscritto, al perdurare di questa vergognosa situazione, a breve dirà basta. Sarà un vantaggio per qualcuno? Per le famiglie che vivono del lavoro della nostra scuderia? Tutto questo interessa a qualcuno? Non mancano gli argomenti seri di cui discutere.
Gianni Rubino
Scrivo queste righe nella speranza che vengano valutate anche dalle persone che hanno letto l'articolo uscito su La Stampa a firma Alma Brunetto, del 25 ottobre scorso.
Si continua a scrivere di ippica solo ed esclusivamente se fa scandalo. Qui si è parlato di Oropuro Bar positivo per un antinfiammatorio. Innanzi tutto tengo a precisare che ci sono milioni di persone nel mondo a cui vengono fatte infiltrazioni e per questo non sono considerate dopate, e non c'è cavallo che nella sua carriera non abbia avuto un'infiltrazione a qualche nodello, o grassella o altro. Basta un giorno troppo vicino alla corsa per diventare positivi. L'antidoping è una delle cose che dovrebbero essere rivalutate per essere al passo con i tempi. In America non sarebbe successo. Oropuro Bar avrebbe vinto quella corsa - a cui si riferisce il controllo antidoping e di cui parla il giornale - anche con tre gambe. Proprietari, allenatore e guidatore sono persone serie che non meritano questa pubblicità. Sarebbe bene che i media, invece di occuparsi di ippica solo in caso di corse clandestine a Palermo o a Napoli (comunque deprecabili) o di un cavallo positivo all'antidoping, si occupassero dei cavalli anche nella situazione insostenibile che stiamo vivendo.
Per 4 mesi l'ippodromo di Torino resterà senza competizioni, con tutto quello che ne consegue. E' da maggio che i premi non vengono pagati, ora chi ha guadagnato meno di diecimila euro ha riscosso i premi di giugno, gli altri, chi ha vinto oltre questo tetto, attendono ancora i pagamenti e non si capisce il perchè!
Lo Stato ha incamerato percentuali dovute dei mesi di giugno-luglio-agosto-settembre e ottobre. Perchè non onora gli impegni presi? Sono anni che si parla di prelievi assolutamente troppo alti ed inadeguati sul gioco ippico, ma nessuno fa niente per porre rimedio. Si parla di Lega Ippica o Unione Ippica senza che si sappia qual è il destino dell'ippica, delle migliaia di famiglie che vivono di questo. Sarebbe bene che i media si decidessero a parlare di queste cose, a sensibilizzare l'opinione pubblica, a far sì che il pubblico veda l'ippica come una volta, l'ippodromo un luogo di relax per passare un pomeriggio o una serata in allegria, guardando le corse dei cavalli, giocando qualche euro, con i bambini a giocare negli spazi a loro riservati. I premi che piano piano sono diventati da "terzo mondo" devono ritornare ad essere una risorsa che permetta alle scuderie di sopravvivere. Se si vuole uccidere tutto, questa è la strada giusta. Anche un incallito incosciente come il sottoscritto, al perdurare di questa vergognosa situazione, a breve dirà basta. Sarà un vantaggio per qualcuno? Per le famiglie che vivono del lavoro della nostra scuderia? Tutto questo interessa a qualcuno? Non mancano gli argomenti seri di cui discutere.
Gianni Rubino