LA MORTE DI UN GRANDE UOMO, GIUSEPPE GUZZINATI

22 gennaio 2018
Non ci sono molte parole da aggiungere a tutto quello che negli anni si è già scritto.
Quando ad andarsene è un uomo come Giuseppe Guzzinati, le parole lasciano il tempo che trovano. Uno dei driver e degli allenatori più famosi di sempre, grande, grandissimo rappresentante dell'ippica italiana.
Classe 1931, il 24 novembre aveva compiuto 86 anni, compleanno non festeggiato per le sue già precarie condizioni di salute.
Giuseppe Guzzinati era conosciuto da tutti quelli che anche solo per poco si sono affacciati al nostro ambiente. È stato il primo italiano a vincere il Campionato Mondiale nel 1972. Tra il 1970 e il 1990 con suo fratello Vittorio, mancato nel 2010, hanno dominato il panorama italiano affermandosi in tutti i Gran Premi. Tanti, tanti cavalli, tantissimi proprietari sono passati da casa Guzzinati, nomi che a noi nostalgici riempiono il cuore.
Ma chi vi scrive non vuole parlarvi della sua carriera che tutti ben conosciamo, voglio parlarvi di un uomo all’apparenza burbero, ma di una grandezza immensa. Anzitutto mi piace riscontrare la sua simpatia, sempre pronto alla battuta, ancora adesso nonostante tutto, una persona dall’animo buono e gentile. Quando però era arrabbiato da buon ferrarese, era meglio stargli alla larga, ma poi in breve gli passava. Ricordo agli inizi degli anni 80 la sfilza di cavalli che tutte le mattine, aspettavano a bordo pista pronti per andare a far prova con Giuseppe e Vittorio che se li destreggiavano. Ricordo anche le sue grida quando qualcuno sbagliava qualcosa, grida che da un lato ti facevano tremare, ma dall’altro emanavano comunque simpatia, forse per quella sua parlata mista ferrarese e milanese.
In tutti questi anni ha sempre avuto accanto la moglie Marisa, una donna non da meno della sua immensa statura, che sempre un passo indietro ha saputo stargli accanto dandogli quella serenità che gli ha permesso di esprimersi totalmente nel suo lavoro. “ La mia ragazza” così la chiamava.
Due figli, Marta che per anni ha lavorato all’ufficio tecnico dell’ippodromo, ma poi ha preferito allontanarsi, avvicinandosi solo in occasioni speciali e aiutando la mamma nella gestione della contabilità, e Andrea che sta ripercorrendo la stessa strada di papà.
Un’eredità difficile, quando si ha un padre di tale grandezza. Proprio ad Andrea siamo particolarmente vicini, perchè sappiamo benissimo che per lui Giuseppe, nome che ha voluto dare al suo secondo genito, non era solo un padre ma un maestro di vita. Un rapporto speciale, un legame strettissimo che con gli anni si è sempre più consolidato.
Giuseppe era ricoverato all’Ospedale Santa Croce di Moncalieri, dal 23 dicembre, e questa mattina se ne è andato, lasciando tutti nella disperazione più totale.
Da parte nostra possiamo solo stringerci attorno a questa grande famiglia ippica, una delle più amate del nostro ambiente, per la sua signorilità e compostezza, un esempio per tanti, in particolare per quell’ippica pulita e sana che tanto ci è cara.

Grazie, grazie davvero Giuseppe per tutto quello che ci hai regalato, per le emozioni, le risate, le gioie. Da domani forse ritroverai i tuoi cari, in particolare tuo fratello Vittorio, e magari insieme litigherete nuovamente per quel famoso Gran Premio…

eb

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