FRANCESCO DI STEFANO

LA MIA FAMIGLIA, LA MIA FORZA

30 aprile 2020
Nato a Palermo nel 1993, oggi vi raccontiamo la storia di Francesco Di Stefano, uno dei più giovani driver della piazza torinese. Cresciuto ippicamente nella scuderia di Biagio Lo Verde, dove allora suo papà aveva dei cavalli di proprietà.
“Per me Biagio è stato un secondo padre, ci racconta Francesco, un grande maestro che mi ha insegnato il mestiere. Ero poco più che un ragazzino che aveva terminato la scuola, di cavalli ne sapevo veramente poco, avevo solo tanta passione trasmessami da mio padre, e grazie a quella e alla mia determinazione ho imparato in fretta. A 16 anni mi ha mandato a Roma con alcuni suoi effettivi. Sono solo poi tornato a Palermo per fare il corso allievi. Alla terza corsa dal debutto, mi aggiudicai la prima vittoria con una cavalla che avevamo comprato Nikteha Blv. Dopo la licenza sotto suo suggerimento, poichè in scuderia c’erano già Francesca, Davide e Gaspare mi misi per conto mio. Andai a Bologna per circa un anno, per poi tornare per sei mesi a Palermo. In seguito grazie all’amicizia con Cosimo Cangelosi che era a Vinovo da due anni, e che mi raccontava che si trovava molto bene, decisi di raggiungerlo. Era il 2017, da allora sono passati tre anni e Vinovo è diventata la mia seconda casa. Per un po’ collaborammo insieme, in seguito iniziai a fare amicizie e trovai dei proprietari, decisi così di aprire scuderia. Avevo tre cavalli di mia proprietà, tra i quali Ucciburiru, un cavallo che mi ha sempre fatto dannare, come accade sempre con i cavalli a cui tengo. Due puledri della signora Isabella Fabbri, dell’allevamento Vergiano, che ringrazio veramente di cuore perchè sono anni che collaboriamo e mi ha sempre dato fiducia, e quattro cavalli di Luca Crosetti e Silvia De Andrea. “

Qual è stato il cavallo che ti ha dato più soddisfazioni?
“Indubbiamente Ultrasonido, con il quale ho vinto tre corse a fila, compreso al debutto sulla pista della Maura. Un cavallo su cui puntavo molto, ma poi sono sopraggiunti dei problemi e mi ha fatto disperare, come sta facendo ora Agrado, un cavallo molto forte e potente, che non ha paura di girare all’esterno, ma molto problematico, al contrario di Amarcord, sul quale puntavo poco, ed invece in sette mesi ha portato a casa 25.000 euro. Ma i cavalli sono così, ed è proprio questo il bello del nostro lavoro, cercare di capirli, di trovare quello che hanno dentro, quello che va e quello che non va, ma a volte è molto difficile, però poi quado passi il palo davanti a tutti la soddisfazione è doppia. “

A proposito di soddisfazioni, la più importante qual è stata?

“Non ho dubbi su questo. La vittoria sulla pista di Padova con Talentuosa Bro, il giorno dopo la scomparsa di Biagio. Non volevo andare a correre, la notizia della sua morte, mi ferì terribilmente. Ne parlai anche con mio padre e decidemmo di affrontare la trasferta perchè lui avrebbe voluto così. Era una delle ultime cavalle del campo, con il numero quattro andai al comando per poi cedere strada a Tabula Rasa, una delle favorite, a metà dell’ultima curva, la trovai in difficoltà, spostai dalla schiena e me ne andai per conto mio, lanciando un bacio al cielo, con il cronista che sottolineava la vittoria dedicata a Biagio. Un’emozione indescrivibile, avevo la sensazione che ci fosse qualcuno che mi spingeva da dietro, abbiamo volato via il gruppo, lasciandoci tutti staccati alle nostre spalle, era come se su quel sulky fossimo in due.. Un’altra vittoria per me importate è stata la prima vittoria in professionisti a Roma, battendo sul palo un grande amico di famiglia, Gianpaolo Minnucci.“

Arriviamo ad oggi.
“Oggi ho una scuderia di 15 cavalli, dal primo di aprile mi è arrivata l’autorizzazione per diventare allenatore, per cui alla prima riunione di corse, che spero arrivi presto perchè stiamo andando tutti in grande sofferenza, farò un esame teorico davanti al Presidente di Giuria. Sono una persona molto legata alla mia famiglia, che nonostante la distanza sento vicina. Mio padre si alterna un po’ qui e un po’ a Palermo, mentre mia mamma sta accanto a mia sorella Alessia, che sta ancora studiando. Loro sono la mia forza, anche se credo che difficilmente tornerò a vivere in Sicilia.”

eb

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