JORI TURJA A VINOVO

13 luglio 2018
Mercoledì sera, mentre sei girata di spalle a parlare con qualche addetto ai lavori, all’ippodromo di Vinovo, durante un normale convegno serale di corse, ti senti chiamare. Ti giri e immediatamente la tua mente torna indietro di 20 anni. Un brivido interminabile, un’emozione unica ti attraversano la mente. Davanti a te un grande uomo, in tutti i sensi, che ti parla con la sua parlata mezza finlandese mezza romana. E’ lui Jori Turja, il papà di Varenne. Il trainer finlandese che per anni insieme a Giampaolo Minnucci, hanno fatto sognare il mondo. Di passaggio in Italia, per l’acquisto di alcuni puledri, le domande vanno a raffica, sarebbero interminabili, ma lasciamo che sia lui a raccontarsi.
“Ho chiuso la scuderia da due anni, come avevo annunciato anni fa. Ho iniziato questo lavoro che avevo solo 18 anni, credo di aver dato abbastanza. Ora giro alla ricerca di soggetti interessanti. Oggi purtroppo non sono riuscito ad andare a Vigone a vedere Varenne, ma l’ho rivisto a Napoli. Sono andato a trovarlo dentro il box, da soli, fuori c’era troppa confusione. Sono entrato, gli ho parlato, l’ho accarezzato, ma non sono sicuro che mi abbia riconosciuto. L’ho trovato come lo ricordavo, calmo e rilassato, esattamente come me. Ci siamo sempre assomigliati molto nel carattere. È ancora un bellissimo cavallo, tenuto benissimo. Mi ha impressionato come ha distanza di anni, il pubblico piangesse ancora al suo passaggio in pista, e non ti nego che anche a me sono venute le lacrime agli occhi. È bello vedere che la gente lo ama ancora, che ancora oggi attira tante persone negli ippodromi. Con lui ho passato indubbiamente il periodo professionale più bello della mia vita. Non lo dimenticherò mai, così come non dimenticherò l’affetto degli italiani. “
E poi si va avanti nei racconti e nei ricordi. Avevo conosciuto Jori alla cena, al Casinò Della Vallè di San Vincent, della premiazione del cavallo dell’anno del 2000 ovviamente andato a Varenne. A distanza di 18 anni, e di tanti successi, quell’uomo non è cambiato. Il carisma che aveva allora, ce l’ha anche adesso. Varenne anche non è cambiato, peccato che sia cambiata l’ippica, quell’ippica che viveva della luce riflessa di quel grande Campione, che ovunque andava era capace di riempire a dismisura gli ippodromi e regale emozioni, a tutti, indistintamente. Ieri come oggi.

eb

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